mercoledì 2 novembre 2011

Passive me aggressive you (The Naked and Famous) Sottotitolo: Cristo s'è fermato al 45

SMS a Carlotta: “Anche questa settimana ho litigato con un autista Atac”.

Si, anche questa settimana, visto che mi accade troppo spesso.

E' andata così, al capolinea del 46 io e la “collega casuale di attesa” ci ritroviamo a vedere la solita scena, preventivata è vero, ma sempre intollerabile.

La scena è questa, fermata della linea 46 – stazione Montemario/Astalli, il capolinea è su una lato di Piazza Venezia (su via Astalli appunto), al momento del mio arrivo vi sostavano due autobus, spenti, chiusi.

Ipod nelle orecchie vai con gli Strokes e rito della sigaretta, la sapete questa?

E' scientificamente dimostrato, che se ti accendi una sigaretta alla fermata dell'autobus, hai buone probabilità che l'autobus arrivi presto, è una tecnica che uso, lo ammetto.

Erano le 5 e 35.

Dopo circa 12 minuti e due indicazioni ai turisti arriva il primo 46, eravamo una dozzina di persone ad attendere. Appena il veicolo si avvicina alla fermata, ci mettiamo tutti in posizione felina da attacco, tutti tesi e pro-tesi verso le entrate, pronti ad accaparrarsi i posti a sedere, che basterebbe riflettere sul fatto che in attesa siamo in 12 i posti sono circa 23...take it easy.

E invece la guerra a Roma ce piace...pronti...partenza...DEPOSITO.

Si dalla scritta 46 si passa alla scritta DEPOSITO. Demoralizzata e con i muscoli più rilassati, io e la “sporca dozzina” torniamo nei ranghi, inizia il borbottio..

Altri 15 minuti ne arriva un altro, stessa scena di prima, stesso epilogo – DEPOSITO, bella luminosa e appariscente, sto stronzo, l'autista.

Climax del borbottio, iniziano le lamentele.

“Non è possibile, tutte le sere sta storia”

“Io devo andare in ospedale da mia madre”

“Ma è molto che aspettate” quelli che fanno sta domanda so i peggio, è ovvio che sto aspettando da troppo, sennò perchè in 10 ci stiamo lamentando???

“Il 46 è una linea maledetta”

“Adesso chiamo il servizio clienti dell'Atac e ne gliene dico 4” chiama, chiama, poi voglio vedere che risolvi...

Questo era il tenore delle affermazioni, i toni andavano via via facendosi più duri, il volume più alto e il ritmo più incalzante.

Se dovessi attingere alle mie minime conoscenze di programmazione neurolinguistica, posso tranquillamente dire che il gruppo stava entrando in uno stato di empatia e analizzando il para verbale, posso affermare che ci stavamo decisamente incazzando.

E' stato allora che dopo circa 18 minuti è arrivato il terzo 46,

Ed è stato allora, che per la terza volta, abbiamo letto la scritta DEPOSITO.

La sporca dozzina (la conoscete quella originale si?), satura di rabbia si dirige verso l'autista, ma ovviamente l'unica che sbraita è la sottoscritta, gli altri tutti dietro.

All'autista gliene ho dette di tutti i colori, ovviamente urlando come una matta e scivolando velocemente verso l'arroganza e la maleducazione.

La voglia di sfogare la rabbia è troppo forte e magari si va sul personale, si raggiungono toni accesi, ma per cosa? Per ottenere la solita risposta.

“Io ho finito il turno”

Subito dopo l'incontro-scontro, quando ormai l'autista è andato - appunto al deposito, cala il silenzio, la sporca dozzina si sente turbata dallo scontro verbale a cui però non ha preso parte, brutte merde. E io in pochissimo, sono nel pantano dei miei sensi di colpa, per essermela presa in maniera piuttosto violenta con una persona che malgrado tutto, stava facendo il suo lavoro.

E' questa città che ci rende così aggressivi? Come è possibile accumulare tutta questa aggressività? Forse il fatto che sul lavoro, (o nei rapporti personali) dobbiamo mantenere un profilo di passività attiva? Sarebbe meglio poter dire SEMPRE quello che si pensa e non fare così spesso i conti con la frustrazione? Non lo so, non ho risposte, so solo che la mia frustrazione alcune volte arriva a livelli quasi insostenibili.

Il problema è che invece di sfogarla in palestra – essendo single, e due – trovo una certa soddisfazione e come un appagamento nel prendermela con gli autisti dell'Atac. In fin dei conti, il senso di colpa lo sopporto meglio della frustrazione.


http://www.youtube.com/watch?v=VHC8vuBU9rg

Nessun commento:

Posta un commento