domenica 27 novembre 2011

Insostenibile solitudine dell'Erotica

Roma, come sempre.
Largo Argentina, Feltrinelli, poltrona di pelle nera, sezione Letteratura, angolo in fondo a destra.
E' lì, che per la seconda volta in 15 anni, trovo la mia postazione. Incredibile, succederà qualcosa di strano? O sono così sfigata che entro a pieno titolo nella cerchia "a te una poltrona non si nega mai?". Per inciso, mister direttore della Feltrinelli a largo Argentina, io preferisco le scale che portano alla sezione "boh-sconociuta-non ce so mai salita" dalla sezione psicologia, chiaro no?
Quella postazione però ha una particolarità, che la rende unica, che dovrebbero farti pagare per stare lì anche solo un quarto d'ora, io ci sto da almeno 45 minuti.
Da questa postazione hai accesso oculare alla sezione Erotica. Avete la vaga idea di cosa sto parlando?
La sezione Erotica, anche nota come area 51.
E' quella zona della libreria, dove - non si capisce bene perchè, le persone rimangono a distanza.
Le vedi che girano e girano e girano intorno alla area 51, concedono sguardi mandrillo-fugaci, si fermano - ma a debita distanza.
E' proprio così, la sezione Erotica si osserva da lontano - tanto che mi chiedo se riescono a leggere i titoli...o guardano solo le copertine? Mica che c'è un galateo ad hoc, di cui non sono stata informata?
Sempre ad opportuna distanza, qualcuno riesce a trovare il coraggio di fermarsi - dai 30 secondi ai tre minuti, non di più, orologio alla mano.
Mentre sono lì che leggono i titoli (GUAI A PRENDERNE UNO IN MANOOOOO!), tengono stretto tra le braccia un altro libro, come a dire, in realtà leggo altro.
Sono lì e l'imbarazzo si impossessa del loro non verbale e i sintomi sono chiari, si toccano i capelli, le orecchie, si guardano intorno sospettosi - sono sempre nell'area 51, se li beccano so cazzi.
Quindi dopo questo rapido sguardo - inutile, scappano via, col senso di colpa, gente non si diventa ciechi a leggere letteratura Erotica!
Arriva una coppia, lei sparata, lui le sta dietro titubante.
Lei prende un libro, lui muore di imbarazzo.
Lei apre il libro, inizia a leggere e ad ammiccare, lui vorrebbe evaporare...si guarda intorno, il corpo proteso verso la via d'uscita. Nente da fare, lei vuole leggere il libro.
Alla fine le pressioni di lui, faranno demordere lei.
La sezione Erotica è sola. Trascurata, nessuno di prende cura di lei. Vi dico che la sezione Quiz in confronto, gode di ottima compagnia.
La sezione Erotica ha bisogno di noi, ma soprattutto noi, abbiamo bisogno di lei.


p.s. la prossima volta che capitate in libreria fateci un salto, attenti a controllare che non ci sia una matta che osserva con un taccuino in mano che scrive.

domenica 20 novembre 2011

Dimmi che pigiama porti, ti dirò chi sei.

Roma, metro A fino a Flaminio, linea 2 per 4 fermate, in un attimo sei al flaminio, il quartiere, non lo stadio.
Un quartiere che la domenica si sveglia lentamente - considerando che non si sveglia mai del tutto.
Un quartiere, che la sera prima non è stato violentato dalla movida romana.
Non è come San Lorenzo, Pigneto, Testaccio.
San Lorenzo per dormire indossa una ex-tuta, niente di formale, una cosa messa su alla bella e buona, una cosa che metti su quando torni a casa vergognosamente tardi, con tanto alcol nel sangue e forse pure qualche cannetta... quando hai un po' freddo e sai già che passerai tutta - o parte della domenica, a letto.
San Lorenzo fa colazione con una tazzona di latte e pan di stelle, un po' per disintossicarsi dalla sera prima, un po' per ritrovare il calore dell'infanzia.
Il Pigneto va a dormire vestito - se è single, non c'è tempo e modo di spogliarsi, veramente troppo vino, troppo fumo e chissà cos'altro...
Se il Pigneto non è dasolo, dopo una sessione dovuta di sesso, dorme nudo.
Verso l'una, tutti e due si svegliano e la colazione è gustosa: cappuccino e cornetto da Necci, magari non trovano posto a sedere, ma è uguale, perchè magari c'è il sole...
Testaccio prima di andare a letto, va a fare colazione, cappuccio e cornetto pure lui, ma al baretto scrauso che resta aperto fino alle 5. Testaccio indossa un piagiamino-ino-ino, qualcosa di Yamamay o Intimissimi, carino ma niente di qualità o particolarmente di gusto.
Flaminio, (così come Prati) la notte prima non ha fatto baldoria, al massimo un concerto all'Auditorium, un teatro oppure una cenetta nei localini super radical che punteggiano il quartiere.
Flaminio va a dormire con una camicia da notte di Frette, fa colazione con il tè, perchè il latte non lo digerisce, Flaminio stamattina non vuole alzarsi, sonnecchia e temporeggia nel letto, ma non senza sensi di colpa.

giovedì 17 novembre 2011

De scioperibus non disputandum est

A Roma succede una cosa.
Succede che il romano non accetta lo sciopero, la prende come un affronto personale.
Il romano (generalizzo di proposito) trova difficile leggere un giornale, apprendere che per il giorno dopo ci sarà sciopero e organizzarsi di conseguenza.
Si tratta di mettere la sveglia mezz'ora prima, è davvero così difficile???
Evidentemente si, è più facile passare la giornata nel panico, e li vedi che vagano per la città chiedendosi qual è l'orario garantito, quando inizia, quando finisce, ma è mai possibile che c'è uno sciopero ogni mese?? E via così con un copione di una banalità disarmante.
E' possibile che ci sia uno sciopero ogni mese, perchè evidentemente rendervi la vita impossibile, non è abbastanza per ottenere un rinnovo di contratto.
Ma a voi che ne frega del rinnovo di contratto, siete (siamo) così esasperati dal sopravvivere indenni tra i trasporti pubblici, stare in auto le ore, la metro che non passa, il treno che ritarda, il 64 che è pieno e non si sale, che i MOTIVI di uno sciopero non sono importanti.
Siete (siamo) insopportabilmente arroganti e ignoranti, ci meritiamo il dramma che viviamo ogni santo giorno che Alemanno manda in terra.

venerdì 11 novembre 2011

Per indossare il VUOTO

ci vuole una certa classe e a me viene benissimo, modestamente.

"Tutti retrocediamo per la paura di andare a sbattere con il naso contro qualcosa di spiacevole. Sul naso quale limite del mondo, ecco un tema. Lo sa, no, come si insegna a un gatto a non sporcare nelle stanze? Tecnica dello sfregamento opportuno. Lo sa, no, come si insegna a un maiale a non mangiarsi il tartufo?Una botta sul naso, terribile. "

Sul naso come limite del mondo? Non saprei, non generalizzerei...
I pugili sanno che si romperanno il naso, eppure...
Parlo per me ed è già tanto e forse è il caso che la smetta con tutti questi puntini di sospensione, certo certe volte scappano proprio però. Ma non c'è niente di sospeso, non generalizzeri punto, i pugili il naso se lo fanno rompere - punto.

Al Ghione c'è Amedeo Minghi, che replica.
Succede anche questo a Roma.


citazione da Il Gioco del mondo (Rayuela) - Julio Cortazar

lunedì 7 novembre 2011

Mazurka Klandestina Repubblicana

Succede a Roma, oppure succede e basta.
Succede che arrivi a piazza della Repubblica dalla Magliana, dopo un'ora di traffico, dopo che hai visto sul lungotevere smerdomobili colme di adolescenti ormone-dotati, Smart con bionda full optional, Mini con parioli dell'utlima generazione camicia collo alzato - capello lungo con riporto, e poi auto varie piene di coppie silenziose, di ragazzi che ballano, di ragazze che spizzano l'auto dei ragazzi che ballano, di gay, di famiglie...tutti allegramente sul lungotevere il sabato sera.
Arrivi a Piazza della Repubblica, quella abbastanza anonima, fredda, dispersiva, che non si lascia vivere, così piena di auto e autobus...
Sotto il portico sulla destra gente, gente che balla???
Si, in cerchio, per mano, dalle 50 alle 60 persone, che ballano, strani balli di gruppo, accompagnati da musiche celtiche - musica RIGOROSAMENTE dal vivo.
Chiedo cos'è, "è la mazurka klandestina, col passaparola ci riuniamo in un posto e balliamo tutta la notte..."
Mi butto nel mezzo e l'energia la senti, in un attimo sono trascinata in un circolo, alzo le gambe, accenno passi, tutto gira, più veloce, oddio casco...
Dal freddo umido passo al caldo umido - di nuovo semplicità, spontaneità.
Niente oddio che figura di merda se non so i passi...che bella Roma certe sere.
E' la mazurka clandestina.
Succede a Roma oppure succede e basta.

Racconti del terrore - Magliana Mon aMour

Stasera cena vegana, con amica vegana (ma non solo) e discorsi rigorosamente vegani.
Mi viene voglia di abbacchio allo scottadito, ma questo resti tra noi.
La cena è allo CSOA Macchia Rossa, centro sociale alla Magliana, organizzata però da Vegan Riot.
Direi ottimo, 10 euro per antipasti (3 tipi), 2 primi, 1 secondo e un dolce - tutto buono, tranne lo spezzatino di cingomma - come dice Robi, che sarebbe di soia, come dargli torto? Io no, provatelo, se sopravvivete fatemi sapere...
Cena intima, nonostante la presenza di almeno 30 sconosciuti, questo accade solo quando c'è l'informalità. Tutto è diretto, semplice, intimo.
E la Peroni grande a 2 euro ne vogliamo parlare? No, infatti c'è poco da dire - all'Open Baladin, localino tirato a lucido da torinesi stinfietti che si atteggiano a birrai, un bicchiere di ottima birra fatta con liquirizia, cavolo nero, farro e aromatizzata al formaggio di fossa, la paghi 5 euro... Dalla nazista della Lapsutinna anche 6 euro per una blanche...
Per carità paghi la qualità, vuoi mettere una Baladin con una Peroni? Si, voglio mettere, perchè la birra è un fatto sociale, nella birra scorre fluida la chiacchera e se me ne voglio bere 3 allo CSOA spendo 6 dalle altre parti 18...c'è una bella differenza, no?
Vabbè la smetto con questa pippa sulla birra, si parlava d'altro.
Si parlava della Magliana, perchè uscendo dallo CSOA, accaldati e coccolati dalla cena politicamente corretta, la mia amica chiede al mio amico, "ma la magliana è tranquilla?" e il mio amico "Si avoglia, ci ho vissuto 3 anni, si sta benissimo".
Illusioni, illusioni o convinzioni, o forse solo sfortunate coincidenze.
Dopo poco a terra un uomo, sulla 50 ina straniero, immobile, con un casco in mano.
Ovviamente mi fermo, ci avviciniamo, cerchiamo di capire se respira, si è vivo.
Chiamo l'ambulanza e espletiamo le pratiche consone a dei bravi cittadini, educati e tendenti a comportamenti civili.
Succede che arriva un suo amico, detto Frankeistein, per la cicatrice sulla fronte vistosa e cucita con filo nero - non vi racconto cosa è successo, perchè non è questo che mi ha sconvolto.
Quello che mi ha sconvolto, è stato quello che ho pensato subito dopo aver chiamato l'ambulanza.
Un pensiero si è insidiato come un ago nelle vene, fastidioso e pungente.
Era un misto tra vergogna e paura, ma questa persona avrà il permesso di soggiorno? E se è irregolare (cazzo mi fa schifo questo modo di dire), all'ospedale lo denunciano?
Magari è solo ubriaco fradicio e lo sto mandando dritto dritto a un controllo...forse avrei dovuto farmi i fatti miei....
Tremendo, il dubbio tra il soccorso e la paura del controllo - è peggio essere spediti a casa o essere lasciati a terra tra piscio e bava?

giovedì 3 novembre 2011

Mente annebbiata

La mente annebbiata ce l'hai quando hai bevuto, magari 3 o 4 bicchieri di vino, il vino buono quello che hai mandato giu con piacere e disinvoltura, magari dopo una giornata piuttosto stancante, sicuramente in compagnia.
Il vino diventa un rifugio, proprio perchè dopo poco senti i muscoli più leggeri e caldi. La testa rallenta insieme ai movimenti, i pensieri s'assopiscono e fanno le fusa, la mente s'annebbia.
In quel momento tutto ti sembra più possibile di prima, più facile o semplicemente meno importante. Ed è qui che la capacità di distinguere si fa debole, la nebbia ha questo effetto, devi strizzare gli occhi, sforzare la vista, nel vano tentativo di mettere a fuoco...invano.
La nebbia non la vinci.
L'incertezza dei contorni è quasi snervante, cerco definizioni ma trovo solo velature, strizzo gli occhi in maniera quasi nevrotica, che fatica.
Tutto cambia aspetto, in poco tempo assisto a una trasformazione, poi a un'altra, senza capire, non c'è luce e non c'è nitidezza.
Perchè il problema è questo, lo stato di annebbiamento è piacevole, si ma per quanto?
Per quanto posso continuare a confondere rapporti, a cercare definizioni e contorni più che definiti, quasi scolpiti, incisi...
Dovrei godere della sensazione dei muscoli morbidi e dovrei assistere all'evoluzione di certi rapporti, oppure all'involuzione o semplicemente allo scorrimento.
Assistere, guardare, aspettare, e lasciarmi scorrere senza impellenze. Tempo.

Panta rhei os potamòs
Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va

mercoledì 2 novembre 2011

Dacci anche oggi la nostra (tutta mia) polemica quotidiana

Pausa pranzo con Carlotta, si sempre lei, ho 4 amici in tutto.
Sono mesi che le dico che al Palazzo delle Esposizioni un giorno al mese l'ingresso è gratuito, è lei dice che la devo piantare di inventarmi le cose. Allora oggi decidiamo di sfatare il mito.
Entriamo e la domanda è stata posta più o meno in questo modo:
"Salve, ma è vero che un giorno al mese si entra gratis?"
da dietro giunge una voce, guardo bene era una signora dietro il desk dell'accoglienza, in posizione ribassata rispetto alle ragazze dell'accoglienza...
"Si, ma per gli under 27..." poteva anche aggiungere "Stronza, che pensi che non ti vedo che c'hai 30 anni!!" l'effetto sarebbe stato lo stesso.
Peccato signora che lei non sa che quest'estate in Scozia, per entrare in un locale mi hanno chiesto il documento, stronza - ovviamente è rimasto un pensiero.
Comunque la signorina prende la parola, "Si è esatto, oggi è quel giorno, è un caso che me lo chiedi oggi? Comunque vale solo per gli under 30."
Aridaje...
Vabbè, decido che avrei aperto la polemica pubblicamente, sulla pagina fb del PdE. E così ho fatto.
primo post ore 15.00 circa

IL PRIMO MERCOLEDì DEL MESE E' GRATIS, MA QUESTO NON VALE PER CHI HA 30 ANNI. POSSO SAPERE LE MOTIVAZIONI?
risposta dopo pochi minuti del PdE:
Cara Allegra, il nostro vuole essere un regalo, un'occasione per i visitatori più giovani. Dovevamo mettere per forza un limite, abbiamo scelto i trent'anni... Se avessimo deciso come limite 28 o 32, ci sarebbe stato comunque qualcuno scontento per averli già compiuti... Crediamo comunque che la gratuità under 30 una volta al mese sia una bella proposta, indipendentemente dal fatto di poterne usufruire o meno...
Comunicazione studiata a puntino, l'uso di un gergo informale e vicino come "cara Allegra" e il fatto di ributtare la questione sulla "bella proposta" invece che sul motivo per cui quelli sopra i 30 no. Motivi economici?
Rispondo:
CIAO, GRAZIE PER LA RISPOSTA. PENSO CHE SE UN MUSEO GRANDE E IMPORTANTE COME IL VOSTRO DECIDA DI STABILIRE UN GIORNO GRATUITO CHE QUESTO CRITERIO DIVENTI UNIVERSALE, ALTRIMENTI PENSO SIA CORRETTO E UTILE SPECIFICARE CHE SI TRATTI DI UN GIORNO SPECIALE "UNDER 30 SPECIAL DAY" PER ESEMPIO MA NON CHIAMATELO IMPROPRIAMENTE GIORNO GRATUITO. E COMUNQUE TUTTI I GRANDI MUSEI EUROPEI E INTERNAZIONALI HANNO UN GIORNO GRATUITO SENZA LIMITI DI ETA'. TROVO NONOSTANTE TUTTO LA VOSTRA SCELTA UN PO' DISCRIMINANTE.

PdE:

Cara Allegra, veramente noi non abbiamo mai parlato di "giorno gratuito" ma sempre e solo di "gratuità dalle 14.00 in poi per tutti i giovani under 30". Se ci aiuti segnalandoci dove hai letto della totale grtuità, potremmo intervenire facendo correggere l'informazione... Per quanto riguarda l'estensione universale della gratuità, noi non siamo un museo, non abbiamo cioè una collezione permanente e la nostra attività consiste nell'ideare, organizzare e proporre al pubblico mostre. Questa attività è molto costosa e per riuscire a portarla avanti con qualità e rigore abbiamo bisogno del contributo di molti, compresi i nostri visitatori. Credici, più di quanto già facciamo (gratuità per i più giovani, speciali iniziative per gli studenti, programmi membership particolarmente convenienti...) non riusciamo a sostenere... Sarebbe bello ma...

Risponde un altro utente:

E' un dibattito interessante ma nonostante l'apprezzamento per la risposta rapida e cordiale del Palazzo, devo dire che sono d'accordo con Allegra. Se le vostre esposizioni non rientrano nella logica che accomuna tutti gli impianti museali,... allora non vedo nessuna ragione di aprire il Palazzo delle esposizioni a qualcuno che per pura casualità si è meritato il diritto di usufruire gratuitamente dei vostri servizi. Tra l'altro, mi sembra un atteggiamento lunatico, se penso che meno di un mese fa voi avete chiuso le porte a manifestanti (Draghi ribelli) che contavano anche sull'aiuto del Palazzo, se non altro per l'utilizzo dei bagni pubblici, per portare avanti una giusta causa. Se non sbaglio, si trattava di un popolo di studenti universitari ben al di sotto della soglia dei trent'anni, giusto? Insomma, questi ventenni li volete dentro o fuori dal Palazzo?

PdE:
Caro Piero, qual è la logica che accomuna tutti gli "impianti" museali? Noi, crediamo ora di capire a torto", abbiamo voluto favorire chi, per età, si suppone non abbia ancora raggiunto una piena autonomia economica e, per questo motivo, si...a maggiormente in difficoltà ad acquistare un biglietto seppur ridotto per una mostra. Non potendo e non volendo chiedere il rendiconto dei propri guadagni, abbiamo scelto un criterio che ci sembrava onesto e democratico: l'età (ipotizzando che i più giovani siano i più in difficoltà economicamente). Capiamo ora che forse non è apprezzato, o forse solo dal migliaio di ragazzi che in questo momento stanno visitando le nostre mostre. Valuteremo se conservare allora questa agevolazione. Per quanto riguarda l'episodio dei manifestanti di qualche settimana fa, abbiamo spiegato abbondamentamente i perchè e i per come della chiusura degli spazi espositivi (che molto aveva a che fare con la sicurezza delle opere, nei post precedenti troverà tutte le informazioni). E a parte il fatto che i nostri non sono proprio bagni pubblici, bensì servizi a disposizione dei visitatori, noi vorremmo si molti giovani all'interno del Palazzo ma per osservare delle opere e divertirsi con le mostre e non necessariamente solo in coda davanti al Bagno. Non è la stessa cosa... Ringraziamo comunque per lo scambio di opinioni, sempre utile in momenti di urli e strepiti e di poche idee...


Rispondo io:

Io vi ringrazio per le risposte posate e chiare che state dando alla questione che sto ponendo e soprattutto alla disponibilità al confronto aperto sulla vostra pagina. Resto dell'idea che dobbiate prendere in considerazione il fatto che i ...giovani di trent'anni in Italia affrontano gravi e strutturali problemi economici e sono, loro malgrado, lontani dall'indipendenza economica o comunque alle prese con problemi economici che fanno passare la cultura in secondo piano. E magari proprio uno di voi che risponde sa di cosa parlo. La riapertura del Palazzo delle Esposizioni è stato un passo importante per la vita culturale di questa città e spesso promuovete eventi gratuiti, non ultimo Mondovisioni, a cui ho ripetutamente partecipato. E' proprio per questo motivo che rimango basita di fronte a questa scelta dell'under 30, perchè non lo trovo nel vostro "stile" e perchè sono certa che siate voi i primi ad essere sensibili al fatto che molti giovani over 30 rinuncino alle vostre mostre anche per motivi economici. Forse così come la speranza di vita si allunga, così "l'indigenza economica giovanile"? Pensateci ad allargare agli under 35 la vostra offerta! Secondo me ci fareste solo un figurone!Potrebbe essere uno slogan di una campagna "La crisi ti deprime? Vieni a tirarti su il morale, da noi anche i "non più giovani" entrano gratis":-)

Ecco anche oggi ho fatto la mia buona azione quotidiana, oh scusate volevo dire polemica quotidiana...

Rimane che mi toccherà pagare i 12 euro.













Passive me aggressive you (The Naked and Famous) Sottotitolo: Cristo s'è fermato al 45

SMS a Carlotta: “Anche questa settimana ho litigato con un autista Atac”.

Si, anche questa settimana, visto che mi accade troppo spesso.

E' andata così, al capolinea del 46 io e la “collega casuale di attesa” ci ritroviamo a vedere la solita scena, preventivata è vero, ma sempre intollerabile.

La scena è questa, fermata della linea 46 – stazione Montemario/Astalli, il capolinea è su una lato di Piazza Venezia (su via Astalli appunto), al momento del mio arrivo vi sostavano due autobus, spenti, chiusi.

Ipod nelle orecchie vai con gli Strokes e rito della sigaretta, la sapete questa?

E' scientificamente dimostrato, che se ti accendi una sigaretta alla fermata dell'autobus, hai buone probabilità che l'autobus arrivi presto, è una tecnica che uso, lo ammetto.

Erano le 5 e 35.

Dopo circa 12 minuti e due indicazioni ai turisti arriva il primo 46, eravamo una dozzina di persone ad attendere. Appena il veicolo si avvicina alla fermata, ci mettiamo tutti in posizione felina da attacco, tutti tesi e pro-tesi verso le entrate, pronti ad accaparrarsi i posti a sedere, che basterebbe riflettere sul fatto che in attesa siamo in 12 i posti sono circa 23...take it easy.

E invece la guerra a Roma ce piace...pronti...partenza...DEPOSITO.

Si dalla scritta 46 si passa alla scritta DEPOSITO. Demoralizzata e con i muscoli più rilassati, io e la “sporca dozzina” torniamo nei ranghi, inizia il borbottio..

Altri 15 minuti ne arriva un altro, stessa scena di prima, stesso epilogo – DEPOSITO, bella luminosa e appariscente, sto stronzo, l'autista.

Climax del borbottio, iniziano le lamentele.

“Non è possibile, tutte le sere sta storia”

“Io devo andare in ospedale da mia madre”

“Ma è molto che aspettate” quelli che fanno sta domanda so i peggio, è ovvio che sto aspettando da troppo, sennò perchè in 10 ci stiamo lamentando???

“Il 46 è una linea maledetta”

“Adesso chiamo il servizio clienti dell'Atac e ne gliene dico 4” chiama, chiama, poi voglio vedere che risolvi...

Questo era il tenore delle affermazioni, i toni andavano via via facendosi più duri, il volume più alto e il ritmo più incalzante.

Se dovessi attingere alle mie minime conoscenze di programmazione neurolinguistica, posso tranquillamente dire che il gruppo stava entrando in uno stato di empatia e analizzando il para verbale, posso affermare che ci stavamo decisamente incazzando.

E' stato allora che dopo circa 18 minuti è arrivato il terzo 46,

Ed è stato allora, che per la terza volta, abbiamo letto la scritta DEPOSITO.

La sporca dozzina (la conoscete quella originale si?), satura di rabbia si dirige verso l'autista, ma ovviamente l'unica che sbraita è la sottoscritta, gli altri tutti dietro.

All'autista gliene ho dette di tutti i colori, ovviamente urlando come una matta e scivolando velocemente verso l'arroganza e la maleducazione.

La voglia di sfogare la rabbia è troppo forte e magari si va sul personale, si raggiungono toni accesi, ma per cosa? Per ottenere la solita risposta.

“Io ho finito il turno”

Subito dopo l'incontro-scontro, quando ormai l'autista è andato - appunto al deposito, cala il silenzio, la sporca dozzina si sente turbata dallo scontro verbale a cui però non ha preso parte, brutte merde. E io in pochissimo, sono nel pantano dei miei sensi di colpa, per essermela presa in maniera piuttosto violenta con una persona che malgrado tutto, stava facendo il suo lavoro.

E' questa città che ci rende così aggressivi? Come è possibile accumulare tutta questa aggressività? Forse il fatto che sul lavoro, (o nei rapporti personali) dobbiamo mantenere un profilo di passività attiva? Sarebbe meglio poter dire SEMPRE quello che si pensa e non fare così spesso i conti con la frustrazione? Non lo so, non ho risposte, so solo che la mia frustrazione alcune volte arriva a livelli quasi insostenibili.

Il problema è che invece di sfogarla in palestra – essendo single, e due – trovo una certa soddisfazione e come un appagamento nel prendermela con gli autisti dell'Atac. In fin dei conti, il senso di colpa lo sopporto meglio della frustrazione.


http://www.youtube.com/watch?v=VHC8vuBU9rg

Dis-connessa - affare di famiglia

la mia condizione economica mi "impone" di scroccare la connessione dalla tipa che vive al piano di sotto - che per inciso è mia madre, succede che da 4 giorni la connessione non è più disponibile, allora ho chiamato il tecnico - che per inciso è mio fratello, e la cosa sembra necessitare tempo.