lunedì 31 dicembre 2012

Un anno come tanti

Non è che voglio scrivere un post di fine anno.
Voglio solo scrivere.
Nel mio 2012 c'è stata la morte e questo lo renderà diverso da tutti gli altri - 26/10/2012.
Per questo vuoto immenso non ho una foto, ma un'emozione.

Per il resto voglio raccontare questo anno con delle immagini, qualcuno si riconoscerà in queste foto, perchè è presente, perchè ne è stato l'autore o semplicemente perchè c'era.

Chi non c'è in questi scatti del 2012 non significa che non c'è stato, anzi, Milano non divide - unisce.
 

Grazie per aver preso parte a questo atto chiamato 2012, non è stato facile, sucuramente intenso e a tratti stupendo. 


giovedì 13 dicembre 2012

Insostenibile bruttezza del tendone bianco.

Allora, il sacco di Roma continua.
Continua imperturbabile, sotto gli occhi di tutti noi.
L'ultima trovata per violentarla, maltrattarla, imbruttirla, sono i gazebo bianchi nelle piazze, con presunti mercatini di Natale (che diventano immacolata, befana e carnevale in un soffio).
No.
Sopportiamo piazza Navona, perchè è una tradizione, anche se non ci trovi più quello che faceva i cestini del pane o della frutta per i pastori del presepe, gli addobbi per l'albero, che ne andavi a prendere uno nuovo tutti gli anni...
Ma adesso dobbiamo sopportare decine di piazze, popolate da queste orrende strutture di plastica bianca, che lasciano intravedere del perfetto artigianato cinese di pessimo gusto, caramelle, sciarpe e cianfrusaglie varie.
Ormai molte le piazze sfigurate, dalla più grande alla più piccola, un unico comune denominatore, la bruttezza.
In 5 anni da poche piazze, sono diventate moltissime, e i commercianti ci fanno i soldi, il comune ci fa i soldi, chi affitta le strutture (qualche amichetto del sindaco) ci fa i soldi.
Solo tu, Roma, non ci guadagni niente. C'è chi ti vedrà per la prima e l'ultima volta in vita sua coperta da questa terribile plastica bianca, sarà quel turista che forse non merita neanche di vederti nuda.
Ma io, per quanto certe volte non ti sopporti, e per quanto riesca ad odiare certe tue sfumature con tutta me stessa, io ti amo nuda, senza plastica, senza finzione, per quella che sei.
Il Natale lo sai trasmettere Roma, ti scorre nel freddo che ci regali in questi giorni, nei commercianti che ancora credono che le strade debbano essere addobbate in modo decoroso, nella Feltrinelli di Largo Argentina piena di gente frenetica, nelle chiese che ti invitano ad entrare per visitare il presepe, il Natale non è robaccia venduta al suono dell'alternatore, il Natale (lo ammetto, faccio outing) è imboccare via della Conciliazione e restare sorpresi come bambini davanti allo spettacolo di Piazza San Pietro.




dedicato a Smo e a tutte le volte che negli anni tornando a casa ci siamo fermati un secondo in via della conciliazione, o semplicemente l'abbiamo pensato...

La dura legge del centauro

Roma, come al solito, purtroppo.
Ho comprato uno scooter, l'ho comprato soltato per me...anche se in verità faccio da autista agli 80 kili del mio ragazzo.
A mia insaputa in queste settimane ho scoperto che a Roma c'è una legge, una legge non scritta, una legge che impari, per forza.
E' la legge del centauro, normativa fondamentale che ignoravo, perchè applicavo quella dei mezzi pubblici, che ha diversi decreti attuativi a seconda che si parli di autobus, metro o trenini, a ognuno la sua.
Innanzitutto bisogna fare una bella premessa, che non è quella che avete appena letto.
La premessa consiste nel fatto che prima della legge esiste la GERARCHIA.
Partendo dal più basso in grado, pedoni e ciclisti purtroppo sono al livello più basso della catena della mobilità.
Sopra di loro troviamo le rotaie, le buche e le strisce gialle.
Il motivo per cui sono sopra i pedoni e i ciclisti? Perchè sono inanimate, ci puoi passare sopra, non si può dire lo stesso degli utlimi due, quindi acquistano qualche punto in più, ma rompono lo stesso i coglioni.
Oh, bada bene tu che leggi, io ti racconto i fatti, ciò non significa che condivida...
Al posto successivo c'è la categoria auto, smerdomobili (auto di bassa cilindrata) autobus, camion.
Poi c'è il mondo delle due ruote, dove si posiziona all'ultimo posto il cinquantino, al pari che siano uomini o donne. Pare ce ne siano ancora a Roma, loro valgono meno di zero. Al semaforo se li trovi l'obiettivo è passargli avanti, non hanno scatto, so lenti, fanno perdere quei 10 secondi fondamentali.
Poi ci sono le donne in scooter (varie cilindrate), instabili, lente, caute, prudenti, insomma un pericolo.
Seguono gli uomini in scooter (varie cilindrate) arroganti, imprudenti, impanzienti e volgari.
Sul podio ci sono quelli con la moto, i veri free rider, per loro non ci sono regole, arroganza suprema, devi portare loro rispetto in strada, farti da parte, il tuo scooter ha sicuramente una cilindrata inferiore, quindi fatti da parte sfigo.
Al semaforo funziona così, l'obiettivo è andare avanti, sempre più avanti, avanti a tutti - anche se finisci in mezzo all'altra corsia, non importa la pole position deve essere tua.
Quindi li vedi tutti pronti a fare ogni tipo di manovra possibile, capriole, testa coda, pieghe col ginocchio, tutto per passare avanti.
Poi c'è la partenza. Stessa cosa della formula 1. Nessuna differenza. Motori al massimo, no incertezze, roba che se uno per sbaglio rallenta o non parte in quarta...viene infamato di brutto, alla peggio causa un'ammucchiata tremenda.
Per i sorpassi la legge è: no regole, tutto è lecito, sopra, sotto, a destra e sinistra, ovunque, ma te devo sorpassà, il non plus ultra si raggiunge quando riescono anche a sfiorarti nel sorpasso...
Il traffico è apparente, bisogna andare avanti, fare lo slalom, più macchine sorpassi più senso dai al fatto che fa un freddo cane, ti respiri la merda e rischi la vita ogni 5 secondi, ma tu NON TI FAI LA FILA. Vaffanculo.
Quando ti devi dare una mossa, ti si attaccano dietro e inziano a sgasare, come a dire, bella o ti levi dalle palle o ti dai una mossa, non c'è pace non c'è tranquillità, non c'è prudenza.
Sospetto che gli unici ad aver capito dell'esistenza di questa legge, siano i tassisti. Loro applicano la stessa legge, ma non sanno che sono fuorilegge perchè questa vale solo ed esclusivamente per le due ruote e quindi, tassista infame, nemico numero 1.

 dedicato alle mie amiche e ai miei amici centauri.

 



giovedì 25 ottobre 2012

L'ingrato compito

Quanto è ingrato verso i parenti stretti fare la telefonata.
Avvertire tutti gli altri a prepararsi al peggio.
È ingrato, davvero.

lunedì 22 ottobre 2012

Certe volte basta attraversare una strada.

Con due amiche, di quelle che un po' ti salvano il culo se necessario.
Salta l'ottobrata monticiana ma la festa di chiusura no.
Mediamente entusiaste per questo venerdì sera con novità! ci dirigiamo verso l'aranciera... che poi è il motivo per cui ci siamo mosse. Puoi mancare a una festa all'aranciera? Proprio no, e infatti eccoci qua.
Auto parcheggiata, i primi che incontriamo sono con molta onestà un po' giovani, per non dire pischelli di merda.
Ma vabbè, che importa.
Il look dichiarato da noi tre, era "troietta 15 enne", "troiona" e un non classificato. Diciamo che i due look coincidevano e a dirla tutta non avevano niente che si riferisse a Troia, quindi le definizioni non erano proprio azzeccate.
Ci avviciniamo, alla modica distanza di circa 10 metri dall'entrata, a vedere quello che vedo, mi sorge un dubbio che esprimo a voce alta "A Melè, ma a me pare na festa de stronzi, de stronzi piccoli pergiunta..."
Le mie amiche riflettono sul mio dubbio, interrogandosi con serietà sulla questione e scrutando verso l'entrata, per capire il perchè del mio dubbio.
Bastano pochi ed efficaci particolari.
Donne: abito da sera da quattro soldi, decolletè tacco 15 e plateau, calza color carne, si proprio così, direttamente dagli anni 80 la calza color carne.
Acconciature improbabili, borsette iridescenti, lustrini, paillettes, cineserie...
Sigarette ovunque, parlate adenoidali, Ludo, Lavi, Flami, Domi...
Uomini: er giacchetta imperava, leggera, con camicia, pantaloni stretti, scarpetta dandy... ce mancava il foulard.
Musica orrenda, in realtà non sono sincera perchè non si capiva che musica fosse tanto si sentiva male.
Età media 18 anni. Altezza media 1.80.
Buttafuori all'entrata 115 kili, auricolare, vestito nero, serissimo, come se facesse un lavoro vero.
Penso che non mi interfaccio con un buttafuori dal 1997, quando andai a una festa a capodanno sulla cassia.. forse era lo stesso buttafuori.
Ma neanche questa volta ho avuto il piacere, con molta scioltezza e morbidezza ci siamo accodate a un paio di cristone alte due metri, che con ammiccamenti vari sono riuscite ad aprirsi un varco, noi dietro, testa bassa. Ringraziando iddio non abbiamo subito l'umiliazione di essere fermate, già mi vedevo la scena, "voi ragazze dove andate?" umiliazione suprema, non ci saremmo mai più riprese. Ma tutto ció non è accaduto, noi trentenni siamo passate per ventenni, il look fa miracoli!
Atmosfera inutile, chiacchere nuvolose, gente trasparente, facce scazzo cosmico... Pieno di stronzi pischelli DOC da Prati, Parioli, Flaminio, ecc...
Bastava attraversare la strada per vedere l'altra Roma, quella che ci piace di più, Angelo Mai Altrove Occupato stiamo arrivando.

venerdì 19 ottobre 2012

La stanza

è ampia.
Le persone che ci lavorano scherzano, ridono, si dicono battutte da una parte all'altra.
C'è un'aria rilassata. La luce è abbastanza, l'aria respirabile.
Un sottofondo di diversi bip, suoni corti, lunghi, acuti, lenti o veloci...
Area rianimazione, tutt'intorno persone che lottano per restare in vita. Nella stanza però c'è calma, i parenti ti guardano da fuori, e a me sembra di stare in un acquario, protetto, più calmo nonostante la situazione.
Li vedi da fuori che ti osservano e cercano di leggere il labiale.
Stare lì fuori, stare qui dentro. Dentro, fuori, dentro...
Era un sorriso quello? Mi stai stringendo le mani?
E' che purtroppo ci sono troppe nuvole nel mio cielo adesso, magari se piove, poi torna il sole. Aspettiamo. 

mercoledì 17 ottobre 2012

Il Corridoio

Un Corridoio, con una grande porta antincendio "reparto rianimazione". Sedie di ferro, scomode, stile aeroporto, e due nicchie di muro, dove poter bivaccare.
Atmosfera al limite del solenne.
Vedi persone uscire dal reparto, con gli occhi gonfi e il cuore dolorante, e ti ricordi che solo ieri eri tu.
Sempre le stesse persone, sempre le stesse speranze che riempono l'aria, densa e pesante.
lui è il marito di lei, è qui SEMPRE, le parla, la accarezza, la imbocca, devoto, dedito e sollecito.
Poi lui lo incontri per Il Corridoio, è scontroso, non saluta, non vuole scambiare due parole.
Passa in quel reparto, tra letto e Corridoio, le sue giornate da tre mesi. Senza che nessuno sappia cos'ha la moglie.
Ogni giorno purtroppo, torno a frequentare quel corridoio, sperando di non vederlo, e invece è lì seduto, accanto al letto della moglie. E io penso all'amore.
Nel Corridoio altri abitanti sono i parenti del ragazzo della stanza accanto. Domenica ne ho contati 11. Magari non fanno nulla, stanno lì, giornate intere.
Mi raccontano che oggi nel Corridoio, una signora super accessoriata ha portato una cheesecake.
La cheesecake era per tutti, lei aveva piattini e forchette.
Il Corridoio è fatto di queste persone, che sono costrette a condividere, nel silenzio e nel rispetto, un dolore inconsolabile, una stanchezza annichilente.
Peró Il Corridoio ti fa sentire meno solo, nonostante tutto ti da un po' di forza.
Anche questo succede a Roma, al San Camillo.

lunedì 8 ottobre 2012

Io dico che certe volte bisogna essere grati.

Sono grata alle mie amiche.
Perchè ognuna di voi mi ha insegnato qualcosa negli ultimi quindici giorni.
Solo quindici giorni.
Quindici giorni in cui ognuna di voi mi ha mostrato un lato debole per avvicinarsi a me. Vorrei nominarvi tutte ma io so che leggendo questo ringraziamento sapete che sto parlando di voi, siete la forza che qualche mattina lascio sul cuscino.

Disperato anonimo stop.

Per non usare sempre parole mie.
dal facebook di Irene Longobardi:
tre ottobre duemiladodici
"Ci siete mai stati a Roma? Vi siete mai affacciati ai Fori, seduti a Trinità dei Monti, avete passeggiato a Trastevere? E facendolo avete mangiato un trancio di pizza al taglio, magari coi fiori di zucca, proprio come si usa a Roma? Ecco, ora Alemanno dice che non potete più farlo: se sosti a Piazza Navona e contemporaneamente addenti un panino, sei passibile di una multa di 500 EURO. Nel frattempo, da qualche altra parte della città, tralasciando le tragedie vere, si consumano altri drammi, lontani dalle occupazioni oziose del nostro sincaco: l'Angelo Mai, uno spazio aperto alla collettività dove ho assistito a concerti meravigliosi, conosciuto il teatro d'avanguardia, scambiato risate con artisti generosi e ispirati, ballato fino allo sfinimento, è costretto a sospendere le attività a tempo indeterminato per mancanza di fondi. Questi fondi, quelli che permettevano la gestione dello spazio e la continuità della programmazione, venivano solo dal bar. Il bar però, dopo decine di incursioni dei vigili, ha dovuto chiudere perchè non siamo in possesso delle licenze come un qualunque altro bar della città. L'Angelo Mai si ferma e tu, Roma, mi stai spezzando il cuore."
venti settembre duemiladodici
"Ieri a Roma: alla posta il direttore, barba di tre giorni e camicia sbottonava, aggrediva di là dello sportello una cliente. La cassiera di Castroni, rossa in viso, discuteva con una cliente indifferente e annoiata. Alla rotonda tra Via IV Novembre e Via Nazionale, 30, forse 40 pullman turistici affannavano su per il Quirinale: un ingorgo ha bloccato un crocevia nevralgico per ore e io, sfilando v
ia tra le macchine e il tramonto, ci ho messo 50 minuti a percorrere quelli che, a occhio, saranno non più di 10 km. Sul bus c'era uno che mi guardava, si toccava, e poi da fuori ha continuato a storcere il viso in smorfie ammiccanti. Ancora ci sono i manifesti ripuliti della Polverini, i lavori interminabili della metro, un'insofferenza dilagante taciuta e repressa. Non che siano cose mai viste. Ma ieri era diverso. Ami la tua città. Dopo anni sei capace di sussultare ancora a qualche sorpresa che solo Roma sa capricciosamente svelarti, ma c'è un momento in cui l'amore non basta più a sostenerti, non basta a darti ragione della tua scelta di vita. Se maturi insofferenza potresti dovertene andare, pensi, quando uno era rimasto, o tornato, apposta per restare. Dedicato a me che fui emigrante, a chi è emigrato, a chi vorrebbe non farlo."
 
Questo invece è Angelo Mai



Torna a casa Roma, sennò ce ne andiamo noi.

Terzo viaggio a Berlino, un viaggio strano, è come quando vai a vedere una cosa che vuoi comprare per la terza volta e la commessa ti guarda scocciata e interrogativa, nell'attesa che tu faccia la tua scelta. In senso positivo o negativo, però una scelta.
La terza volta perdi di credibilità, anche agli occhi degli amici che ti sentono parlare di Berlino come la città dove andrai a vivere tra qualche mese.
Berlino
Questo blog nasce per Berlino, perchè quando torno da qua, ho bisogno di guardare Roma, la mia città, con occhi più ironici e meno critici, altrimenti la convivenza è dura.
Fatto sta che lei o lui si fa trovare fresca, assolata, limpida. Facile e aperta, come sempre. Berlino la vivi, la guardi, la respiri, la cammini, ma non la capisci. Non capisci una parola, non capisci la parsimonia dei sorrisi, non capisci il silenzio.
Ho paura di lasciare qualcosa di faticosamente costruito, seguendo l'abbaglio di una facilità apparante o comunque una facilità da guadagnare, da zero.
L'Italia è invivibile, se non fosse così difficile e ingiusta, non seguirei questa scia di incompleta perfezione.
Vista da qui, dalla torre della tv, anche la vita dei disabili sembra dignitosa, a Roma ho visto disabili schivare auto sulla via dei musei vaticani, essere lasciati alla fermata perchè sull'autobus pieno nessuno è sceso per farli salire, a Roma il disabile non puó prendere la metro perchè non tutte le fermate sono attrezzate... Roma è spietata, arrogante e sciatta vive nell'ombra di quello che vorrebbe essere o che è stata - non pensa mai al presente.
Roma è difficile, sta piano piano prendendo le sembianze del sindaco che la amministra, ignorante, superficiale, apparente, fascista, qualunquista....potrei andare avanti per ore. Dove sei Roma?

venerdì 7 settembre 2012

Ode a te Roma sud


Non c’è niente da fare, tutti i quartieri che non siano a Roma sud ti indeboliscono.

E quindi giungo alla triste costatazione che io da quando sono tornata alle origini (al vecchio quartiere) mi sono indebolita, assumendo alcuni comportamenti che si possono osservare in umani in libertà residenti dai Parioli al Salario ecc.
Ora dico Roma sud perché conosco quella, ma sono certa che ce ne sono altre di aree simili che non sono al sud.

Ma torniamo a noi, succede che sempre per la solita liaison sentimentale ho venduto la mia auto, mi trovo a dover uscire con le mie amiche, ma sono senza auto, martedì sera a Roma.
Vabbè mi dico, sono pochi kilometri, prendo il 31, che problema c’è.
Erano le 21.30 e nel mio quartiere Aurelio (Roma ovest) le luci erano spente.
L’IPhone diceva che tra 9 minuti sarebbe passato il 31. Dopo 7 minuti passa un autobus ma è spento e non si ferma.
Dopo altri minuti ne passa un altro, si ferma, salgo. 4 persone in tutto, di cui due un po’ puzzolenti di alcol.

Ho avuto un po’ di paura, non so perché, non so di cosa, ma mi sono sentita minacciata da qualcosa.

Eppure quando abitavo a Roma sud prendevo notturni, navette sostitutive, ma non avevo paura, “ah bello io vengo dar tuscolano”.
Roma sud te ‘mpara a vive, come si dice da quelle parti. E’ una questione di abitanti, a ogni quartiere il suo tipico cittadino, a Roma sud mi sono fatta le ossa, ho preso sicurezza in me stessa. A Roma ovest so tornata na pivella.

Ode a te Roma sud, che dai na casa a tutti, che c’hai na pizzeria a 6 euro e un baretto zozzo.

Vorrei ma non posso.


Succede, o come dicono alcuni amici: lo fanno.

È anche vero che certe sere potresti startene su un divano a guardare il TV, ad avercelo il TV (dirlo al maschile è molto anni 80).

Vabbè, invece, pur di vedere una cara amica che ha la tipica tendenza romana a tirarsela oltremodo senza alcun motivo basato su motivazioni oggettive, esco e vado con lei, a un Finissage. (questo post è per te)

 

Allora, ricordo ancora, quando circa sei mesi fa cercavo su Wikipedia il significato di Vernissage.
Mi avevano invitato tante volte ai vernissage, ma pensando fosse una cosa troppo all’avanguardia per me (roba da studio 54 per intenderci) ho sempre declinato l’invito.
Poi l’anno scorso compiuti i 31 anni mi sono detta che avevo l’età giusta per i vernissage.
Primo obiettivo capire cosa fossero, su questo Wikipedia è stata un po’ vaga.

 Ma un Finissage cazzo, non me lo potevo perdere.
Cioè come puoi non andare ad un Finissage della mostra Re-generation  al Macro Future– ex mattatoio con performance di musica elettronica?
Cioè c’è tutto quello di cui si ha bisogno per una vera, reale, sana, serata SUPERRADICALCHIC.
E così è stato, c’erano gli hypster, quelle vestite anni 50, lesbiche, pochi gay come al solito, quelli col cappelletto, i riccetti che fanno impazzire il mondo, gli artistoidi, attori, stilisti… vabbè che ve lo dico a fa? La crème de la crème, e poi ovviamente noi.

 Non farò paragoni, non dirò che ho pensato a questo evento organizzato a Berlino o Madrid… non lo dirò, no.

 Non c’era da bere – salvo delle casse di Menabrea – sponsor ufficiale, dentro dei barili neri pieni di ghiaccio, per terra al buio, (stile festa dei 100 giorni? Avete presente?), che venivano offerte gratis. Il che mi va pure bene, carina come cosa, molto friendly – ma se la birra me fa gonfià la pancia e io per l’occasione ho messo un tubino nero che mi ci hanno sparato dentro, che faccio?

Non bevi, che  poi è pure meglio visto che non c’erano i secchi dove buttarle, e quindi sei obbligato a trattare uno spazio ex industriale recuperato in maniera meravigliosa, come una qualunque pattumiera, neanche differenziata.

 Non cera da sedersi, l’acustica era tremenda, e faceva caldo – questo si che è vorrei ma non posso.

Io sono italiana, mi lamento per la busta paga, per il cappuccino che ti ho chiesto tiepido e tu mi hai fatto caldo, per la signora che non fa la fila in posta, per il commesso scortese e dico pure che queste cose in Europa non esistono, qualunquismo allo stato puro.

Però ieri lo spazio era eccezionale, la musica non era male, la Menabrea è buona, la compagnia pure.

 

martedì 4 settembre 2012

Di notte, a Roma

succede a roma, quartiere aurelio.
succede in una di quelle notti umide, silenziose e un po sibilline.
il mio sonno appartiene a qualcun'altro stanotte, meglio non perdersi il silenzio di questo strano inizio di nottata...
il divano - ma non solo, è un giusto compagno di attesa, zitto come solo lui sa essere con lui anche la mia gatta nera, in vena di effusioni e dolcezze il che ha reso tutto più insolito...
tutti e tre distesi in fila, uno sopra l'altro, aspettiamo, ascoltiamo.
quando a un certo punto la gatta eregge le orecchie, la testa, il busto, fino a saltare felina, delicata e preoccupata per terra...
corre in terrazzo senza dire nulla, un'ombra nel buio quasi impercettibile.
mi alzo anche io vado al terrazzo mi affaccio verso il giardino del piano di sotto.
nulla.
solo qualche eco televisivo sonnecchiante e annoiato.
a un certo punto un rumore tra i cespugli, poi niente.
il solito gatto sonnambulo.
è più grande di un gatto, scende meno leggero, meno guardingo...
non è un gatto, è una volpe.
una volpe, di notte, in un piccolo giardino, in un quartiere di roma.
gironsola velocemente nel giardino poi mi sente, scappa veloce svanisce nel nulla.
io resto col dubbio l'ho sognato o è realtà? ricado nel silenzio attonita. bellissimo

martedì 24 luglio 2012

Lisboa libera

Lis é un po' difficile, come tutte le città, non si svela subito.
Lis è un "percorso in salita verso la liberazione", per usare parole di un'amica.
E così è stato, il primo giorno, complice un'alzataccia alle 4 di mattina, lei è rimasta sulle sue, svelando solo il pizzo della sottoveste e facendo intendere che non sarebbe stato facile averla.
A vedere la mappa, che poi è quella che getta più fumo negli occhi, Lis sembra una donna normale, invece è giunonica, le sue curve alte e profonde, sono così improvvise che lasciano chiunque perplesso a domandarsi, ce la faró mai? Basta fidarsi delle scale, che come lunghe trecce si adagiano sui sali e scendi di questo corpo sinuoso, e ti guidano nei punti più impensati.
Quando finalmente ti arrendi alla fatica come necessaria e alla voglia di lei - nonostante tutto, lei si lascia scoprire, lentamente si apre e ti illumina, raggiante con quella pelle lunare, composta da mille tasselli che brillano al sole accecante, quel sole brillante che viene dal mare.
Solleticarla con il cammino in lungo e largo, in alto e in basso, è appagante, ogni scalino ti libera dalla pesantezza, sono arrivata con le scarpe piene di sassi (tanto per fare una citazione) e riparto luminosa, ristorata e rinfrescata.
Chissà che i sassi che ho lasciato lì, non andranno a infilarsi nelle trecce di questa donna magnifica e che non siano proprio loro, i miei, come quelli di tutti i fortunati viaggiatori, a renderla così viva, così avvolgente?

domenica 22 luglio 2012

fanatica meno meno

lisboa non è fanatica. lisboa è come una delle donne dei film di Almodovar, articolata, femmina, lunatica se vuoi anche sofisticata nella semplicità.
siamo così abituati all'artificio come sofisticazione, che il ritorno alla semplicità è un'ulteriore sifisticazione.
lisboa non è fanatica, non se la crede, tantomeno se la tira. è lì che si lascia scorrere in silenzio, senza autocelebrazioni in una sobrietà a tratti sconcertante.
potrebbe essere la protagonista di una canzone di De André, femmina un po' lamentosa, cantilenante, che si da tra vicoli fetenti e baretti infami.
in questo momento nel punto in cui i grandi navigatori facevano ritorno dalle spedizioni alla scoperta del mondo, un grande veliero a vele gonfie di vento mi avverte del suo imminente passaggio, allora un po' fanatica lo sei anche tu, lisboa!

bradipo lisboa

bisogna liberarsi del passo veloce, del respiro affannato, e recuperarsi in una dimensione flemmatica. chissà se è il sabato mattina che rende questa città piena di sbadigli e assonata. bradipo lisboa
la domenica non è da meno, si inizia con un pateis che è quasi ora di pranzo, evitando accuratamente il serpente fuori dalla pasteleria museo. capisco fare la fila per il monastero ma per una tortina ripiena di crema, no. va benissimo il baretto di fronte..

venerdì 20 luglio 2012

M'azurka

che poi è un ballo lento, piccoli passi, intimi, quasi timorosi.
l'atmosfera è ovattata, sarà l'umidità a darle una mano, ma sembra di stare in un'altra epoca, le ragazze hanno gonne lunghe, alcuni sono scalzi, tutti molto sudati, ma sorridenti e festosi.
chi come me stenta e non si arrende alla vergogna.
chi guarda e la paura non la vince ma vorrebbe.
sembrano passi facili, a vederli sembra un gioco da ragazzi.
la mazurka e tutti gli altri accompagnano a suon di note antiche, umide e conviviali serate tra sconosciuti che girano, saltano, procano, si toccano, si annusano, ballano.
io nella mia bolla, col mio cavaliere, ho quasi volato.

aggiornato da iPhone

Sfatta Roma

la mattina presto a roma in centro mentre vai a lavoro è ben visibile la violenza spesso volgare che questa citta è costretta a sopportare tutte le notti da parte di turisti troppo spesso ignari o di romani cafoni e sciatti...
mi capita che camminando mi trovo a dover schivare di tutto, bottiglie rotte, bicchieri, abiti, bucce di anguria, escrementi...
per chi come me, frequenta poco il centro storico la notte, camminando la mattina da queste parti pensi che la notte prima è successo di tutto... non mi piace trovarla cosi la mattina, sfatta ancora un po' ubriaca e fetente, soprattutto perchè non sono convinta che lei abbia partecipato al festino in modo consenziente.

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martedì 17 aprile 2012

Chi è Vittorio?


(colonna sonora per il post qui)



fermata Vittorio.
scendo, sono in anticipo di ben 40 minuti.
Decido di esplorare la piazza.
Non so perchè, ma Piazza Vittorio mi mette una certa soggezione, non mi sento proprio a mio agio, come se fosse terra sconosciuta...straniera.
Mica sarà davvero per la forte "utenza" straniera? Mai avuto di questi pensieri, perchè dovrei iniziare oggi?
Allora decido di usare questi 40 minuti per fare un po' di reciproca conoscenza, annuso le strade, e si il curry predomina - e non ci sono molte alternative, il curry è un mix di spezie totalitario, se c'è lui le altre non possono esprimersi.
Sotto dittatura del curry, passo ad osservare i negozi di abbigliamento e di bijoux cinesi.
I negozi sono tutti uguali, stessi pannelli bianchi alle pareti, niente personalizzazione, niente che attiri particolarmente lo sguardo - a parte la merce esposta...ma pure quella.
I negozi sono tutti vuoti, ne ho passati almeno 20 in rassegna.
Allora mi ritornano in mente quelle leggende metropolitane che giravano a Roma alla fine degli anni 80 inizio dei 90.
Si diceva, che se entri in uno di quei negozi i cinesi ti rapiscono e ti spediscono in Cina, dove ti fanno a pezzi e si vendono gli organi - la regola pertanto era: mai entrare in uno di quei negozi.
Ovviamente ci credevo, ovviamente non frequentavo quella zona, a dire il vero non la frequento neanche adesso.
Non ho mai capito se quei negozi vendono al dettaglio o all'ingrosso.
E anche questa volta, il coraggio di entrare e chiedere, m'è mancato.
All'improvviso però, tutti quei volti, quell'odore, i cartellini scritti in altre lingue, le affissioni sui muri e le scritte, in arabo, cinese...indiano, tutta quella confusione mi ha messo a mio agio.
Qui Roma è europea, è l'unico quartiere dove veramente ti senti in europa.
L'unico quartiere che puoi trovare a Madrid, Barcellona, Berlino, Parigi... ed è stato allora che dalla soggezione siamo passati alla curiosità.
Chi è Vittorio?
Da approfondire...

Autoanalisi

è bastata la decisione di andare a vivere insieme alla persona con cui sono sentimentalmente legata per mettere in sospeso tutte le attività che amo.
Io non sono una donna relazionalmente multitasking.
Se mi innamoro non esiste altro.
Solo che a 31 anni il tempo che intercorre tra l'accorgersi dell'innamoramento e sentirsi abbandonata da tutti - quando sei tu la stronza che ha ignorato tutti per mesi - si è notevolmente accorciato.
Ci attestiamo sui tre mesi, anche se ad oggi devo dire che ho ancora qualche difficoltà a gestire tutte le relazioni amicali con quella sentimentale...
Oh sia ben inteso, tra la prima fase e l'ultima c'è il mondo dell'amore, sesso di qualità anche se in quantità, vino, cene, chiacchere, insomma tutto quello per cui sei molto bendisposta a ignorare il mondo intero, te ne strafotti di quello che fanno o non fanno gli amici tuoi.
Qui non posso che avvalermi delle parole del mio amico Malinconico:
L'amore, se posso dire come la penso, è una malattia della dignità. Agisce per picchi e inabissamenti. Compra e vende. La riconosci subito. Ha dei sintomi, - come dire, sintomi che non ti sbagli.
Intanto ti fa sentire un eletto. Ti manda in giro a osservare la gente per compatirla. Sotto sotto, lascia passare l'idea che non siamo tutti uguali. Non è vero che quando sei innammorato il mondo ti sembra più bello, è solo che lo guardi dall'alto in basso.
(...)
In altre parole, quando ti innamori diventi un qualunquista di merda. Peggio, un cafone arricchito, che appena fa un po' di soldi copre di apprezzare le cose che schifava quando non se le poteva permettere (...).
Questo tipo di coglionaggine, che coniuga rigurgito qualunquista e anelito metafisico, oltre a compromettere reputazioni faticosamente costruite e interrompere amicizie ventennali, può avere ricadute molto serie in circostanze di elezioni politiche, per cui bisogna preoccuparsi del voto degli innamorati.

Poi c'è la malinconia cosmica, ma ne parliamo un'altra volta.



domenica 11 marzo 2012

La settimana breve.


Spesso sento dire che Roma è piena di cose da fare.
Bene, io esco - anzi uscivo spesso, prima di inguaiarmi in una liaison, e capitava di uscire tutti i giorni della settimana.
Pare che adesso ndo vai vai è pieno di "piccoli".
I piccoli, sono i ragazzi dai 20 ai 26, gente molesta, per i quali io e il mio amico Smo abbiamo inventato lo spray antipiccoli. Sono quelli che vanno all'università, che pisciano fuori dal water perchè sono così ubriachi che non ce la fanno.
I piccoli sono ovunque.
Dovrebbero chiuderle tutte queste università, stanno infestando Roma.
Ci sono i piccoli romani, calabresi, pugliesi e napoletani - peggio non potrebbe andare.
Te li trovi ovunque, con quei 20 anni portati così con non chalance, manco ce li avessero avuti solo loro... v'aspetto al varco brutte merde.
Loro escono tutti i giorni della settimana, e frequentano locali come Rising Love (il sabato pieno statene lontani) oppure il coffee pot tutti conciati super trendy - il mercoledì.
In generale penso che questi piccoli mostri frequentino San Lorenzo e dintorni dal lunedì al venerdì, poi il sabato trovano uno stronzo con la macchina a cui scroccare un passaggio e quindi fanno la gita fuori porta e arrivano a Testaccio o Trastevere, maledetti.
E poi una cosa, non si capisce perchè a Roma il lunedì non c'è mai un cazzo da fare - i locali non fanno manco l'aperitivo...ma perchè Roma fa la settimana breve?

venerdì 24 febbraio 2012

Londra- Parigi in 5 minuti, passando per il flaminio




Succede che a Roma passi da Londra a Parigi in 5 minuti, attraversando via Tiepolo, al Flaminio.
Fai la tua seratina all'Auditorium, magari hai sentito il tuo concertino Jazz, oppure hai assistito a qualche incontro al MAXXI colmo di architetti pieni di sé, e a una certa ti viene fame.

Bene, io non venivo nè dal MAXXI, nè dall'Auditorium, niente radical chiccherie per me.
Un incontro di boxe, il titolo italiano dei mediomassimi.
E femmine (o anche maschi se volete) credetemi, viene fame.
(pausa allussiva...)

In una traversa di via vignola c'è una stradina chiusa alla conoscenza dei più, che chiamiamo Little London (ringrazio Melena per avermela fatta conoscere). Un vero angolo di Londra a Roma, ci girano i film...per le produzioni low budget. Un angoletto da vedere - se non fosse che chi ci abita l'ha chiuso al pubblico, ma voi rimanete lì un po' ad aspettare qualcuno vi aprirà il cancello... oppure come è successo a me l'ultima volta, aspettate, smadonnate e mentre dite "ma chi si credono di essere questi è solo una strada,, succede che un abitante esce vi sente e vi dice "guarda che il cancello di giorno resta aperto". Doh!

Parlavamo di fame, beh è d'obbligo una puntatina da Tiepolo, a via Tiepolo.
Tiepolo è un po' caro, fanno pochi piatti - ma buoni, la scelta dei vini è medio buona, il servizio cordiale. Insomma ne vale la pena, e poi da Tiepolo fai sempre quell'incontro inaspettato e spesso non voluto, come è successo a me venerdì scorso.

Se non vuoi andare da Tiepolo perchè devi aspettare 40 minuti - minimo sindacale credetemi, vai più giù, basta seguire l'odore della Senna...a destra dentro un cortile...
Al cortile del politecnico Fandango.
C'è un teatro, un cinema e un bistrot ma così bistrot, che più bistrot non si può. Grazioso sembra l'aggettivo giusto, pochi tavoli, atmosfera intima, un po' caro, ma siamo al flaminio.
Se siete alla prima (o anche alle terza e già siete nella fare "recupero") andate lì, salto a Londra- e lei/lui penserà, ammazza che chicca, poi da Tiepolo per una patata al cartoccio, e infine, la stangata - al bistrot per una fetta di torta al cioccolato e un bicchiere di vino, magari francese.
Altro che riconquista, la proposta di matrimonio è alle porte - e allora datevela a gambe.

domenica 12 febbraio 2012

RI-unione di famiglia

La mia famiglia.
Basterebbe anche solo questa frase, ma non andrò molto oltre.
Litigi, incomprensioni, silenzi, silenzi di anni, ripicche, giudizi, rancori, rimpianti, mancanza di comunicazione - in una parola, amore.
Succede a pranzo, succede che mia madre non parlava con mio cugino da mesi - guarda caso succede sempre intorno a Natale, poi può finire in poche ore, come durare svariati anni.
Succede che per caso -a tavola in 9, esce l'argomento Mercato Trionfale, il decimo parente.
Ci si scambia informazioni sui produttori, sugli effetti della neve sui prodotti - sulla cicoria di Tonino, che è meglio di quella di Gianni (si ma Tonino alle 10 ha già finito tutto, mortacci sua - penso io).
Succede che timidamente mia madre e mio cugino iniziano a comunicare, come una magia...
Il rancore sparisce, il broccolo romanesco vince.
Mercato Trionfale mon amour...

snow globe


Snow globes.
Venerdì sera io ero dentro una snow globe.
Avete presente quando sott'acqua tutti i movimenti sono rallentati, i suoni dilatati e si ha un insensato stato di piacere e calma?
Roma era così, la neve cadeva a fiocchi grandi, lenti e pesanti.
Alla finestra insieme a me altri inquilini del palazzo di fronte, col naso attaccato al vetro, increduli, stregati, ipnotizzati.
Poi non resisti e anche se fanno 2 gradi e noi romani non siamo abituati a sopportare sotto i 15, esci, sfidi la bufera (!) e il gelo (!), ma esci!
Ma di che colore è il cielo? tra salmone e giallo, le scale di casa coperte di neve, lo devo dire...
scusate ma devo farlo...
non resisto...
improvvisamente eccomi all'85 o 86! E chi se lo scorda, c'è chi si ricorda di aver visto la madonna 18 volte, io a sei anni ho avuto il mio miracolo lourdiano, la neve a Roma, tanta neve a Roma!!!
Per fortuna il romano è diventato come un vecchio, avvizzito, sclerotico, scorbutico.
Si lamenta di tutto, non sopporta niente, e "figurati se esco co' quer freddo!".
Meglio, meglio pe' me!
Perchè Roma si è svelata silenziosa, profumata, morbida, chiara e amichevole - quasi accogliente.
L'euforia che un po' di pioggia congelata è stata in grado di darmi, mi ha davvero stupita; stupore e euforia, un cocktail micidiale! Sono impazzita, l'unica cosa che non ho fatto è stato rotolarmi per terra...
Non so come sia Berlino con la neve, ma tu Roma mi fai perdere l'unico argomento che mi restava in tuo favore - il freddo di inverno non è mai tanto freddo.
Ne è valsa la pena.

lunedì 30 gennaio 2012

Dacci anche oggi il nostro radical quotidiano...



Succede a Roma, anche se l'avevo letto in un blog e succedeva pure a Berlino e ho pensato fico!
Succede che un locale è una casa, molto radical davvero - quasi insostenibile, ma che ve devo dì? A me radical piace. Lo ammetto, faccio outing...
Casa Clementina è a Monti, ed è uno di quei posti piacevoli, i ragazzi che servono non sono il massimo della simpatia, come dire...se la tirano un po', ma il mio è stato un contatto breve quanto indiretto.
Casa Clementina è una casa, noi stavamo in camera da letto. E il dresscode radical è rispettato alla lettera, pavimento in cucina a scacchi, arredamento vintage (anche se dubito che tutto fosse stato prodotto almeno 20 anni fa), illuminazione educata (cioè non sparata, ma neanche poca), le persone rispettavano il dresscode imposto, musica indie, persino l'aperitivo...farro, farrotto, orzo e orzotto!
Cocktail 7 euro se mangi (è buono) +3 euro.
Insomma 10 euro aperitivo, che se me lo faccio a casa si e no ne spendo 2.
Se stavamo a Berlino lo pagavo 5, si, ma fuori fanno -5... quindi 5 gradi li recupero in euro.

sabato 21 gennaio 2012

Top-Pop-Shop


Vi starete chiedendo perchè top, pop, shop?
Prima di tutto perchè questi titoli short fanno molto cool e attirano l'attenzione (almeno la mia), poi perchè vi parlerò di una Roma che pochi conoscono, a meno che non abbiate ricevuto in eredità la somma conoscenza di cui vi sto per parlare...
Ogni sabato a casa mia (ora che vivo da sola) così come prima che vivevo con mia madre, c'è un rito.
Il rito sacro del mercato.
Mia madre è pugliese, cucina da dio e sa scegliere i prodotti.
Mia madre ha anche messo su un'attività improprio con mio padre, quindi non immaginatela in carne, dolce e accogliente, è una pazza sclerata, ma ha tutto il diritto di esserlo.
Insomma il mercato è il Trionfale, (ma quando vivevo al tuscolano era quello di Lucio Sestio).
A Roma ci sono due tipologie di mercati, il Trionfale è l'Eden, c'è tutto, dal banco delle spezie indiane al produttore di Capena, che fa solo tre tipi di broccoli; poi ci sono i mercati più piccoli - per esempio il mercato Irnerio aperto tutto il giorno (e già questo non va bene), che ha solo pochi banchi e solo rivenditori, non produttori.
Al trionfale, in fondo ci sono solo i produttori, prima del pesce.
Io ho ricevuto l'eredità, ovvero sono stata presentata da mia madre al verduriere e alla fruttivendola di fiducia.
Sembra una cazzata, ma non è così, perchè mia madre Gianni lo conosce da 30 anni e mi ricordo quando da piccolissima andavamo a trovarlo vicino a Roma per fare la spesa direttamente sui campi... Essere introdotti nell'ambiente significa che se chiedo la cicoria, Gianni mi guarda e mi dice "Ma perchè non provi gli spianci oggi?" che significa - la cicoria non è raccolta oggi.
Idem con Patrizia, che dopo essersi aggiornata sulla mia scarna vita sentimentale, mi serve e se le chiedo la differenza tra una Golden a 0,99 e una a 1.30 mi dice piglia quelle a 1.30 te le metto a 0.99... L'insalatina di campo di Patrizia la compro il sabato e il giovedì è ancora buona, provateci con quella che comprate voi...
Il mercato è lotta, mi vedono, biondina, magari un po' assonnata, giovane e le vecchie acide pensano di poter approfittare di me e di passarmi avanti nella fila.
Non sanno che io quando mi metto in attesa del mio turno, lo faccio col coltello fra i denti, passo allo scanner tutti i già presenti e li conto, non c'è ALCUNA POSSIBILITA' di passarmi avanti, senza che io mi metta a fare la romana doc con tanto di "anvedi questa aoh, è arivata, a bella ma che te credi?".
Le patate le prendi da quello che ti chiama chicca e che ti ha preso in simpatia, e guai a spaiare le banane al tipo delle olive, l'ultima volta tra un po' scattava la rissa...
I formaggi sono da Simonetti, er pizzicarolo - non ci sono altri termini lo giuro.
Mi faccio sempre servire da una ragazza molto giovane che mi ha preso in simpatia, a lei porto le croste di formaggio vecchie per farmele grattare fino in fondo.
L'altro giorno mia madre mi ha chiesto di prenderle il prosciutto di Parma, io non mangio carne, quando ho chiesto alla ragazza di farmi due etti di Parma, lei mi chiede se lo volevo stagionato o più dolce e io "non so, sono vegetariana!!"
In quel momento il negozio si ferma.
Tutti si girano verso di me, mi guardano un po' incuriositi, due addetti alle vendite fanno: "vegetariana? poveretta te!! E che te magni???" e quello è stato solo l'inizio di una discussione degna di un'agorà greca, il verdetto? Condanna, diciamo che il luogo - con salsicce appese ovunque, non ha autato!

p.s. perchè è il top, dello shopping popolare

giovedì 12 gennaio 2012

Barcel-Roma


Già, non succede a Roma questa volta.
Ma Roma c'è, sempre lì nella mia testa.
Ed è così, quando visito una città europea, Roma è il metro di giudizio - talvolta mi stanco a farla perdere sempre e quindi la sostituisco con Berlino, lei no - anzi lui - perchè Berlino è maschio, non perde mai. Sempre che non si parli di meteo, ma io non parlo di meteo.
Barcellona l'ho assaporata appena, è assurda questa mia strana ricerca di una indefinita dimensione in una città che non conosco.
Aspetto l'attimo in cui mi sento a mio agio. E' un attimo solo, a stento lo sento, ma c'è. E quando arriva, arriva anche Roma - non Berlino. Arriva il paragone, l'atmosfera, è questo quello che ricerco. Il quartiere un po' trasandato, che ti accoglie e non ti giudica. Il quartiere che si lascia toccare, annusare e talvolta bere. Il quartiere dove non ti senti un elefante in un negozio di cristalli, come mi sono sentita a camminare nell'Exaimple.
E' Gràcia, è El Raval, un po' Friederickstein, Pigneto o San Lorenzo, un po' così!