venerdì 4 ottobre 2013

Teatro 2.0


Per chi una sera qualunque vedendo l'Enrico IV di Pirandello a teatro è stato vittima di quello strano fenomeno chiamato "abbiocco irreversibile" (quello da cui è impossibile riprendersi).
Per chi a 16 anni voleva andà a balla al Gilda invece di andare a teatro.
Per chi andare a teatro, significava uscire dalle Dr Martens e mettersi i tacchi e il vestitino.
Per me insomma.

A 33 anni suonati, è ora che lo scoglio teatro lo superiamo, non so come, ma tocca farlo, a 33 anni il teatro è un must, bisogna iniziare a darsi un tono prima o poi.

Vabbè, quindi tutti mi parlano di questo spettacolo stupendo, acuideviassolutamenteandare, nonpuoiperdertelo, cioèrimmarraiesterefatta.

Parlo di Dignità automone di prostituzione, che poi il volantino era fatto male e si leggeva Dignità di prostituzione autonome, cioè questa "di" vagava per il volantino senza pace.
Andiamo alla prima - le cose vanno fatte bene, entriamo e devo dire, che il radical regna supremo. però regna supremo solo fino alle 21.30, poi il pubblico diventa più vario. Eterossessuali pochi, questo mi da una certa garanzia sulla qualità artistica della serata. L'idea è davvero notevole, tu sei nella scena, parli con gli attori, interagisci con loro, il palco è scomparso, risucchiato insieme alle poltrone nel sottosuolo. Non voglio dire nulla sullo svolgimento dello spettacolo, perchè secondo me il bello è proprio la sorpresa, la formula insolita che lo rende unico e ti spiazza, lo stupore è certamente con noi in molti spettacoli a cui ho assistito. Il Lanificio è uno di quei posti che potrebbe essere frequentabilissimo, che però come capita spesso in questa città, una certa fauna un po' ingombrante e con le tasche piene lo rende un posto ingessato un po' appariscente, con poca sostanza.







Nessun commento:

Posta un commento