mercoledì 17 ottobre 2012

Il Corridoio

Un Corridoio, con una grande porta antincendio "reparto rianimazione". Sedie di ferro, scomode, stile aeroporto, e due nicchie di muro, dove poter bivaccare.
Atmosfera al limite del solenne.
Vedi persone uscire dal reparto, con gli occhi gonfi e il cuore dolorante, e ti ricordi che solo ieri eri tu.
Sempre le stesse persone, sempre le stesse speranze che riempono l'aria, densa e pesante.
lui è il marito di lei, è qui SEMPRE, le parla, la accarezza, la imbocca, devoto, dedito e sollecito.
Poi lui lo incontri per Il Corridoio, è scontroso, non saluta, non vuole scambiare due parole.
Passa in quel reparto, tra letto e Corridoio, le sue giornate da tre mesi. Senza che nessuno sappia cos'ha la moglie.
Ogni giorno purtroppo, torno a frequentare quel corridoio, sperando di non vederlo, e invece è lì seduto, accanto al letto della moglie. E io penso all'amore.
Nel Corridoio altri abitanti sono i parenti del ragazzo della stanza accanto. Domenica ne ho contati 11. Magari non fanno nulla, stanno lì, giornate intere.
Mi raccontano che oggi nel Corridoio, una signora super accessoriata ha portato una cheesecake.
La cheesecake era per tutti, lei aveva piattini e forchette.
Il Corridoio è fatto di queste persone, che sono costrette a condividere, nel silenzio e nel rispetto, un dolore inconsolabile, una stanchezza annichilente.
Peró Il Corridoio ti fa sentire meno solo, nonostante tutto ti da un po' di forza.
Anche questo succede a Roma, al San Camillo.

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