lunedì 8 ottobre 2012

Disperato anonimo stop.

Per non usare sempre parole mie.
dal facebook di Irene Longobardi:
tre ottobre duemiladodici
"Ci siete mai stati a Roma? Vi siete mai affacciati ai Fori, seduti a Trinità dei Monti, avete passeggiato a Trastevere? E facendolo avete mangiato un trancio di pizza al taglio, magari coi fiori di zucca, proprio come si usa a Roma? Ecco, ora Alemanno dice che non potete più farlo: se sosti a Piazza Navona e contemporaneamente addenti un panino, sei passibile di una multa di 500 EURO. Nel frattempo, da qualche altra parte della città, tralasciando le tragedie vere, si consumano altri drammi, lontani dalle occupazioni oziose del nostro sincaco: l'Angelo Mai, uno spazio aperto alla collettività dove ho assistito a concerti meravigliosi, conosciuto il teatro d'avanguardia, scambiato risate con artisti generosi e ispirati, ballato fino allo sfinimento, è costretto a sospendere le attività a tempo indeterminato per mancanza di fondi. Questi fondi, quelli che permettevano la gestione dello spazio e la continuità della programmazione, venivano solo dal bar. Il bar però, dopo decine di incursioni dei vigili, ha dovuto chiudere perchè non siamo in possesso delle licenze come un qualunque altro bar della città. L'Angelo Mai si ferma e tu, Roma, mi stai spezzando il cuore."
venti settembre duemiladodici
"Ieri a Roma: alla posta il direttore, barba di tre giorni e camicia sbottonava, aggrediva di là dello sportello una cliente. La cassiera di Castroni, rossa in viso, discuteva con una cliente indifferente e annoiata. Alla rotonda tra Via IV Novembre e Via Nazionale, 30, forse 40 pullman turistici affannavano su per il Quirinale: un ingorgo ha bloccato un crocevia nevralgico per ore e io, sfilando v
ia tra le macchine e il tramonto, ci ho messo 50 minuti a percorrere quelli che, a occhio, saranno non più di 10 km. Sul bus c'era uno che mi guardava, si toccava, e poi da fuori ha continuato a storcere il viso in smorfie ammiccanti. Ancora ci sono i manifesti ripuliti della Polverini, i lavori interminabili della metro, un'insofferenza dilagante taciuta e repressa. Non che siano cose mai viste. Ma ieri era diverso. Ami la tua città. Dopo anni sei capace di sussultare ancora a qualche sorpresa che solo Roma sa capricciosamente svelarti, ma c'è un momento in cui l'amore non basta più a sostenerti, non basta a darti ragione della tua scelta di vita. Se maturi insofferenza potresti dovertene andare, pensi, quando uno era rimasto, o tornato, apposta per restare. Dedicato a me che fui emigrante, a chi è emigrato, a chi vorrebbe non farlo."
 
Questo invece è Angelo Mai



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