Quanto è ingrato verso i parenti stretti fare la telefonata.
Avvertire tutti gli altri a prepararsi al peggio.
È ingrato, davvero.
giovedì 25 ottobre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
Certe volte basta attraversare una strada.
Con due amiche, di quelle che un po' ti salvano il culo se necessario.
Salta l'ottobrata monticiana ma la festa di chiusura no.
Mediamente entusiaste per questo venerdì sera con novità! ci dirigiamo verso l'aranciera... che poi è il motivo per cui ci siamo mosse. Puoi mancare a una festa all'aranciera? Proprio no, e infatti eccoci qua.
Auto parcheggiata, i primi che incontriamo sono con molta onestà un po' giovani, per non dire pischelli di merda.
Ma vabbè, che importa.
Il look dichiarato da noi tre, era "troietta 15 enne", "troiona" e un non classificato. Diciamo che i due look coincidevano e a dirla tutta non avevano niente che si riferisse a Troia, quindi le definizioni non erano proprio azzeccate.
Ci avviciniamo, alla modica distanza di circa 10 metri dall'entrata, a vedere quello che vedo, mi sorge un dubbio che esprimo a voce alta "A Melè, ma a me pare na festa de stronzi, de stronzi piccoli pergiunta..."
Le mie amiche riflettono sul mio dubbio, interrogandosi con serietà sulla questione e scrutando verso l'entrata, per capire il perchè del mio dubbio.
Bastano pochi ed efficaci particolari.
Donne: abito da sera da quattro soldi, decolletè tacco 15 e plateau, calza color carne, si proprio così, direttamente dagli anni 80 la calza color carne.
Acconciature improbabili, borsette iridescenti, lustrini, paillettes, cineserie...
Sigarette ovunque, parlate adenoidali, Ludo, Lavi, Flami, Domi...
Uomini: er giacchetta imperava, leggera, con camicia, pantaloni stretti, scarpetta dandy... ce mancava il foulard.
Musica orrenda, in realtà non sono sincera perchè non si capiva che musica fosse tanto si sentiva male.
Età media 18 anni. Altezza media 1.80.
Buttafuori all'entrata 115 kili, auricolare, vestito nero, serissimo, come se facesse un lavoro vero.
Penso che non mi interfaccio con un buttafuori dal 1997, quando andai a una festa a capodanno sulla cassia.. forse era lo stesso buttafuori.
Ma neanche questa volta ho avuto il piacere, con molta scioltezza e morbidezza ci siamo accodate a un paio di cristone alte due metri, che con ammiccamenti vari sono riuscite ad aprirsi un varco, noi dietro, testa bassa. Ringraziando iddio non abbiamo subito l'umiliazione di essere fermate, già mi vedevo la scena, "voi ragazze dove andate?" umiliazione suprema, non ci saremmo mai più riprese. Ma tutto ció non è accaduto, noi trentenni siamo passate per ventenni, il look fa miracoli!
Atmosfera inutile, chiacchere nuvolose, gente trasparente, facce scazzo cosmico... Pieno di stronzi pischelli DOC da Prati, Parioli, Flaminio, ecc...
Bastava attraversare la strada per vedere l'altra Roma, quella che ci piace di più, Angelo Mai Altrove Occupato stiamo arrivando.
Salta l'ottobrata monticiana ma la festa di chiusura no.
Mediamente entusiaste per questo venerdì sera con novità! ci dirigiamo verso l'aranciera... che poi è il motivo per cui ci siamo mosse. Puoi mancare a una festa all'aranciera? Proprio no, e infatti eccoci qua.
Auto parcheggiata, i primi che incontriamo sono con molta onestà un po' giovani, per non dire pischelli di merda.
Ma vabbè, che importa.
Il look dichiarato da noi tre, era "troietta 15 enne", "troiona" e un non classificato. Diciamo che i due look coincidevano e a dirla tutta non avevano niente che si riferisse a Troia, quindi le definizioni non erano proprio azzeccate.
Ci avviciniamo, alla modica distanza di circa 10 metri dall'entrata, a vedere quello che vedo, mi sorge un dubbio che esprimo a voce alta "A Melè, ma a me pare na festa de stronzi, de stronzi piccoli pergiunta..."
Le mie amiche riflettono sul mio dubbio, interrogandosi con serietà sulla questione e scrutando verso l'entrata, per capire il perchè del mio dubbio.
Bastano pochi ed efficaci particolari.
Donne: abito da sera da quattro soldi, decolletè tacco 15 e plateau, calza color carne, si proprio così, direttamente dagli anni 80 la calza color carne.
Acconciature improbabili, borsette iridescenti, lustrini, paillettes, cineserie...
Sigarette ovunque, parlate adenoidali, Ludo, Lavi, Flami, Domi...
Uomini: er giacchetta imperava, leggera, con camicia, pantaloni stretti, scarpetta dandy... ce mancava il foulard.
Musica orrenda, in realtà non sono sincera perchè non si capiva che musica fosse tanto si sentiva male.
Età media 18 anni. Altezza media 1.80.
Buttafuori all'entrata 115 kili, auricolare, vestito nero, serissimo, come se facesse un lavoro vero.
Penso che non mi interfaccio con un buttafuori dal 1997, quando andai a una festa a capodanno sulla cassia.. forse era lo stesso buttafuori.
Ma neanche questa volta ho avuto il piacere, con molta scioltezza e morbidezza ci siamo accodate a un paio di cristone alte due metri, che con ammiccamenti vari sono riuscite ad aprirsi un varco, noi dietro, testa bassa. Ringraziando iddio non abbiamo subito l'umiliazione di essere fermate, già mi vedevo la scena, "voi ragazze dove andate?" umiliazione suprema, non ci saremmo mai più riprese. Ma tutto ció non è accaduto, noi trentenni siamo passate per ventenni, il look fa miracoli!
Atmosfera inutile, chiacchere nuvolose, gente trasparente, facce scazzo cosmico... Pieno di stronzi pischelli DOC da Prati, Parioli, Flaminio, ecc...
Bastava attraversare la strada per vedere l'altra Roma, quella che ci piace di più, Angelo Mai Altrove Occupato stiamo arrivando.
venerdì 19 ottobre 2012
La stanza
è ampia.
Le persone che ci lavorano scherzano, ridono, si dicono battutte da una parte all'altra.
C'è un'aria rilassata. La luce è abbastanza, l'aria respirabile.
Un sottofondo di diversi bip, suoni corti, lunghi, acuti, lenti o veloci...
Area rianimazione, tutt'intorno persone che lottano per restare in vita. Nella stanza però c'è calma, i parenti ti guardano da fuori, e a me sembra di stare in un acquario, protetto, più calmo nonostante la situazione.
Li vedi da fuori che ti osservano e cercano di leggere il labiale.
Stare lì fuori, stare qui dentro. Dentro, fuori, dentro...
Era un sorriso quello? Mi stai stringendo le mani?
E' che purtroppo ci sono troppe nuvole nel mio cielo adesso, magari se piove, poi torna il sole. Aspettiamo.
Le persone che ci lavorano scherzano, ridono, si dicono battutte da una parte all'altra.
C'è un'aria rilassata. La luce è abbastanza, l'aria respirabile.
Un sottofondo di diversi bip, suoni corti, lunghi, acuti, lenti o veloci...
Area rianimazione, tutt'intorno persone che lottano per restare in vita. Nella stanza però c'è calma, i parenti ti guardano da fuori, e a me sembra di stare in un acquario, protetto, più calmo nonostante la situazione.
Li vedi da fuori che ti osservano e cercano di leggere il labiale.
Stare lì fuori, stare qui dentro. Dentro, fuori, dentro...
Era un sorriso quello? Mi stai stringendo le mani?
E' che purtroppo ci sono troppe nuvole nel mio cielo adesso, magari se piove, poi torna il sole. Aspettiamo.
mercoledì 17 ottobre 2012
Il Corridoio
Un Corridoio, con una grande porta antincendio "reparto rianimazione". Sedie di ferro, scomode, stile aeroporto, e due nicchie di muro, dove poter bivaccare.
Atmosfera al limite del solenne.
Vedi persone uscire dal reparto, con gli occhi gonfi e il cuore dolorante, e ti ricordi che solo ieri eri tu.
Sempre le stesse persone, sempre le stesse speranze che riempono l'aria, densa e pesante.
lui è il marito di lei, è qui SEMPRE, le parla, la accarezza, la imbocca, devoto, dedito e sollecito.
Poi lui lo incontri per Il Corridoio, è scontroso, non saluta, non vuole scambiare due parole.
Passa in quel reparto, tra letto e Corridoio, le sue giornate da tre mesi. Senza che nessuno sappia cos'ha la moglie.
Ogni giorno purtroppo, torno a frequentare quel corridoio, sperando di non vederlo, e invece è lì seduto, accanto al letto della moglie. E io penso all'amore.
Nel Corridoio altri abitanti sono i parenti del ragazzo della stanza accanto. Domenica ne ho contati 11. Magari non fanno nulla, stanno lì, giornate intere.
Mi raccontano che oggi nel Corridoio, una signora super accessoriata ha portato una cheesecake.
La cheesecake era per tutti, lei aveva piattini e forchette.
Il Corridoio è fatto di queste persone, che sono costrette a condividere, nel silenzio e nel rispetto, un dolore inconsolabile, una stanchezza annichilente.
Peró Il Corridoio ti fa sentire meno solo, nonostante tutto ti da un po' di forza.
Anche questo succede a Roma, al San Camillo.
Atmosfera al limite del solenne.
Vedi persone uscire dal reparto, con gli occhi gonfi e il cuore dolorante, e ti ricordi che solo ieri eri tu.
Sempre le stesse persone, sempre le stesse speranze che riempono l'aria, densa e pesante.
lui è il marito di lei, è qui SEMPRE, le parla, la accarezza, la imbocca, devoto, dedito e sollecito.
Poi lui lo incontri per Il Corridoio, è scontroso, non saluta, non vuole scambiare due parole.
Passa in quel reparto, tra letto e Corridoio, le sue giornate da tre mesi. Senza che nessuno sappia cos'ha la moglie.
Ogni giorno purtroppo, torno a frequentare quel corridoio, sperando di non vederlo, e invece è lì seduto, accanto al letto della moglie. E io penso all'amore.
Nel Corridoio altri abitanti sono i parenti del ragazzo della stanza accanto. Domenica ne ho contati 11. Magari non fanno nulla, stanno lì, giornate intere.
Mi raccontano che oggi nel Corridoio, una signora super accessoriata ha portato una cheesecake.
La cheesecake era per tutti, lei aveva piattini e forchette.
Il Corridoio è fatto di queste persone, che sono costrette a condividere, nel silenzio e nel rispetto, un dolore inconsolabile, una stanchezza annichilente.
Peró Il Corridoio ti fa sentire meno solo, nonostante tutto ti da un po' di forza.
Anche questo succede a Roma, al San Camillo.
lunedì 8 ottobre 2012
Io dico che certe volte bisogna essere grati.
Sono grata alle mie amiche.
Perchè ognuna di voi mi ha insegnato qualcosa negli ultimi quindici giorni.
Solo quindici giorni.
Quindici giorni in cui ognuna di voi mi ha mostrato un lato debole per avvicinarsi a me. Vorrei nominarvi tutte ma io so che leggendo questo ringraziamento sapete che sto parlando di voi, siete la forza che qualche mattina lascio sul cuscino.
Perchè ognuna di voi mi ha insegnato qualcosa negli ultimi quindici giorni.
Solo quindici giorni.
Quindici giorni in cui ognuna di voi mi ha mostrato un lato debole per avvicinarsi a me. Vorrei nominarvi tutte ma io so che leggendo questo ringraziamento sapete che sto parlando di voi, siete la forza che qualche mattina lascio sul cuscino.
Disperato anonimo stop.
Per non usare sempre parole mie.
venti settembre duemiladodici
"Ieri a Roma: alla posta il direttore, barba di tre giorni e camicia sbottonava, aggrediva di là dello sportello una cliente. La cassiera di Castroni, rossa in viso, discuteva con una cliente indifferente e annoiata. Alla rotonda tra Via IV Novembre e Via Nazionale, 30, forse 40 pullman turistici affannavano su per il Quirinale: un ingorgo ha bloccato un crocevia nevralgico per ore e io, sfilando v
dal facebook di Irene Longobardi:
tre ottobre duemiladodici
"Ci siete mai stati a Roma? Vi siete mai affacciati ai Fori, seduti a Trinità dei Monti, avete passeggiato a Trastevere? E facendolo avete mangiato un trancio di pizza al taglio, magari coi fiori di zucca, proprio come si usa a Roma? Ecco, ora Alemanno dice che non potete più farlo: se sosti a Piazza Navona e contemporaneamente addenti un panino, sei passibile di una multa di 500 EURO. Nel frattempo, da qualche altra parte della città, tralasciando le tragedie vere, si consumano altri drammi, lontani dalle occupazioni oziose del nostro sincaco: l'Angelo Mai, uno spazio aperto alla collettività dove ho assistito a concerti meravigliosi, conosciuto il teatro d'avanguardia, scambiato risate con artisti generosi e ispirati, ballato fino allo sfinimento, è costretto a sospendere le attività a tempo indeterminato per mancanza di fondi. Questi fondi, quelli che permettevano la gestione dello spazio e la continuità della programmazione, venivano solo dal bar. Il bar però, dopo decine di incursioni dei vigili, ha dovuto chiudere perchè non siamo in possesso delle licenze come un qualunque altro bar della città. L'Angelo Mai si ferma e tu, Roma, mi stai spezzando il cuore."venti settembre duemiladodici
"Ieri a Roma: alla posta il direttore, barba di tre giorni e camicia sbottonava, aggrediva di là dello sportello una cliente. La cassiera di Castroni, rossa in viso, discuteva con una cliente indifferente e annoiata. Alla rotonda tra Via IV Novembre e Via Nazionale, 30, forse 40 pullman turistici affannavano su per il Quirinale: un ingorgo ha bloccato un crocevia nevralgico per ore e io, sfilando v
ia tra le macchine e il
tramonto, ci ho messo 50 minuti a percorrere quelli che, a occhio,
saranno non più di 10 km. Sul bus c'era uno che mi guardava, si toccava,
e poi da fuori ha continuato a storcere il viso in smorfie ammiccanti.
Ancora ci sono i manifesti ripuliti della Polverini, i lavori
interminabili della metro, un'insofferenza dilagante taciuta e repressa.
Non che siano cose mai viste. Ma ieri era diverso. Ami la tua città.
Dopo anni sei capace di sussultare ancora a qualche sorpresa che solo
Roma sa capricciosamente svelarti, ma c'è un momento in cui l'amore non
basta più a sostenerti, non basta a darti ragione della tua scelta di
vita. Se maturi insofferenza potresti dovertene andare, pensi, quando
uno era rimasto, o tornato, apposta per restare. Dedicato a me che fui
emigrante, a chi è emigrato, a chi vorrebbe non farlo."
Questo invece è Angelo Mai |
Torna a casa Roma, sennò ce ne andiamo noi.
Terzo viaggio a Berlino, un viaggio strano, è come quando vai a vedere
una cosa che vuoi comprare per la terza volta e la commessa ti guarda
scocciata e interrogativa, nell'attesa che tu faccia la tua scelta. In
senso positivo o negativo, però una scelta.
La terza volta perdi di credibilità, anche agli occhi degli amici che ti sentono parlare di Berlino come la città dove andrai a vivere tra qualche mese.
La terza volta perdi di credibilità, anche agli occhi degli amici che ti sentono parlare di Berlino come la città dove andrai a vivere tra qualche mese.
Berlino |
Questo blog nasce per Berlino, perchè quando torno da qua,
ho bisogno di guardare Roma, la mia città, con occhi più ironici e meno
critici, altrimenti la convivenza è dura.
Fatto sta che lei o lui si fa trovare fresca, assolata, limpida. Facile e aperta, come sempre. Berlino la vivi, la guardi, la respiri, la cammini, ma non la capisci. Non capisci una parola, non capisci la parsimonia dei sorrisi, non capisci il silenzio.
Ho paura di lasciare qualcosa di faticosamente costruito, seguendo l'abbaglio di una facilità apparante o comunque una facilità da guadagnare, da zero.
L'Italia è invivibile, se non fosse così difficile e ingiusta, non seguirei questa scia di incompleta perfezione.
Vista da qui, dalla torre della tv, anche la vita dei disabili sembra dignitosa, a Roma ho visto disabili schivare auto sulla via dei musei vaticani, essere lasciati alla fermata perchè sull'autobus pieno nessuno è sceso per farli salire, a Roma il disabile non puó prendere la metro perchè non tutte le fermate sono attrezzate... Roma è spietata, arrogante e sciatta vive nell'ombra di quello che vorrebbe essere o che è stata - non pensa mai al presente.
Fatto sta che lei o lui si fa trovare fresca, assolata, limpida. Facile e aperta, come sempre. Berlino la vivi, la guardi, la respiri, la cammini, ma non la capisci. Non capisci una parola, non capisci la parsimonia dei sorrisi, non capisci il silenzio.
Ho paura di lasciare qualcosa di faticosamente costruito, seguendo l'abbaglio di una facilità apparante o comunque una facilità da guadagnare, da zero.
L'Italia è invivibile, se non fosse così difficile e ingiusta, non seguirei questa scia di incompleta perfezione.
Vista da qui, dalla torre della tv, anche la vita dei disabili sembra dignitosa, a Roma ho visto disabili schivare auto sulla via dei musei vaticani, essere lasciati alla fermata perchè sull'autobus pieno nessuno è sceso per farli salire, a Roma il disabile non puó prendere la metro perchè non tutte le fermate sono attrezzate... Roma è spietata, arrogante e sciatta vive nell'ombra di quello che vorrebbe essere o che è stata - non pensa mai al presente.
Roma è difficile, sta piano piano prendendo le sembianze del sindaco che la amministra, ignorante, superficiale, apparente, fascista, qualunquista....potrei andare avanti per ore. Dove sei Roma?
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