martedì 24 luglio 2012

Lisboa libera

Lis é un po' difficile, come tutte le città, non si svela subito.
Lis è un "percorso in salita verso la liberazione", per usare parole di un'amica.
E così è stato, il primo giorno, complice un'alzataccia alle 4 di mattina, lei è rimasta sulle sue, svelando solo il pizzo della sottoveste e facendo intendere che non sarebbe stato facile averla.
A vedere la mappa, che poi è quella che getta più fumo negli occhi, Lis sembra una donna normale, invece è giunonica, le sue curve alte e profonde, sono così improvvise che lasciano chiunque perplesso a domandarsi, ce la faró mai? Basta fidarsi delle scale, che come lunghe trecce si adagiano sui sali e scendi di questo corpo sinuoso, e ti guidano nei punti più impensati.
Quando finalmente ti arrendi alla fatica come necessaria e alla voglia di lei - nonostante tutto, lei si lascia scoprire, lentamente si apre e ti illumina, raggiante con quella pelle lunare, composta da mille tasselli che brillano al sole accecante, quel sole brillante che viene dal mare.
Solleticarla con il cammino in lungo e largo, in alto e in basso, è appagante, ogni scalino ti libera dalla pesantezza, sono arrivata con le scarpe piene di sassi (tanto per fare una citazione) e riparto luminosa, ristorata e rinfrescata.
Chissà che i sassi che ho lasciato lì, non andranno a infilarsi nelle trecce di questa donna magnifica e che non siano proprio loro, i miei, come quelli di tutti i fortunati viaggiatori, a renderla così viva, così avvolgente?

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